C’est le vent turbulent soulevant tes dessous
C’est le pluie de primptemps qui vient lècher mes joues
Quand tu m’aimes
C’est le soleil brulant qui caresse ma peau
Et l’air lèger du temps en souffle doux et chaud
Quand tu m’aimes
……
(Quand tu m’aimes- Charles Aznavour)
Il più grande chansonnier che la Francia possa annoverare, è stato senza dubbio Charles Aznavour, eclittico, o forse meglio dire “istrione”, come un suo famoso brano cantato in italiano e ripreso negli anni da altri artisti. Istrione, come un attore della Roma antica, con doti sceniche eccezionali, teatrale ma mai incline all’esibizionismo, con un animo artistico che nella sua infinita carriera ha spaziato dal canto alla recitazione.
Nacque a Parigi, da genitori armeni sfuggiti al genocidio e alle deportazioni perpetrati dai turchi tra il 1915 e il 1916, figlio d’arte, padre cantante e madre attrice e sarta a tempo perso. Dopo tanta gavetta, fu notato dalla celebre cantante Edith Piaf, per la quale aveva iniziato a lavorare come autista, che gli diede una mano importante per far decollare la sua carriera, incentrata inizialmente più come autore che come cantante, tanto che la stessa Edith cominciò a cantare le sue canzoni. Il passo verso la notorietà fu breve e a fine anni cinquanta venne pubblicato il suo album d’esordio ed in contemporanea il debutto cinematografico con un ruolo drammatico in un film del regista Cocteau.
Grande chansonnier con un modo di cantare spesso paragonato a Maurice Chevalier e a Frank Sinatra, ha coniato uno stile di grande espressività che, nelle sue infinite canzoni d’amore, rasentavano la sofferenza interpretativa, il patimento, a volta l’audacia e in altre quella nostalgica malinconia che le ha rese sempre e comunque vere e sincere.
Molte canzoni sono state cantate in italiano ed è impossibile non ricordare “Come è triste Venezia” , “L’istrione” già citato o ancora “La Bohème”, ma quella che personalmente adoro ascoltare è “Quand tu m’aimes” (Quando mi ami), e la strofa iniziale è qualcosa di immensamente poetico e quelle poche righe potrebbero essere il sunto della forza dell’Amore, di come può far sentire un uomo quando si sente amato veramente:
E’ il vento turbolento che solleva la tua veste
E’ la pioggia primaverile che lambisce il mio viso
Quando mi ami
È il sole cocente che accarezza la mia pelle
E’ l’aria leggera del tempo in un soffio morbido e caldo
Quando mi ami
https://www.youtube.com/watch?v=REJ6GObcS0U
(per chi volesse ascoltarla copi il link)
In queste parole avverto il vero senso dell’Amore, intriso di una spiritualità e di un’energia talmente potente, dove le forze della natura, il vento, la pioggia, il sole e l’aria leggera, sono in forte contrapposizione, come se identificassero gli stati d’animo di chi è innamorato, dal pianto, alla speranza, alla gioia, sino al soffio morbido e caldo di una sensualità mai volgare ma avvolgente ed immortale……
….. queste stesse sensazioni le ho provate nella degustazione di un vino creato da una Donna speciale, una vigneron autentica, dotata di una spiccata sensibilità, di un’eleganza innata e di tanto tanto Amore per quella natura e per le sue forze che, rispettate e assecondate nei suoi cicli diventano il trait-union per poter dar vita a qualcosa di veramente unico e speciale. Il suo nome è Sylvie Esmonin, infaticabile viticoltrice borgognona nel territorio mitico di Gevrey-Chambertin, con un passato da enologa in diverse cantine, sino al 1986, quando, su richiesta del padre Michel, prese in mano le redini dell’Azienda di famiglia, decidendo nel 1989 di imbottigliare in proprio ed ampliando nel tempo il patrimonio vitato sino agli attuali 8 ettari, dove peraltro, può annoverare vecchissimi vigneti impiantati dal nonno. In vigna viene praticata una meticolosa cura della salute della pianta con una filosofia prettamente biologica e biodinamica; lo stile dei suoi vini ricalca in pieno la sua personalità, risultando molto femminili, ma al tempo stesso energici ed ancorati alla tradizione ed alla salvaguardia del territorio. In essi traspare un Amore viscerale, autentico e vero come una delle più sofferte canzoni di Aznavour.
Ho degustato il suo Cote de Nuits-Villages 2014 di 12,5 °Vol., stappato un paio d’ore prima di essere servito, nell’apposito ballon stile Burgundy, si presenta di colore rosso rubino intenso e quasi impenetrabile e con riflessi leggermente aranciati sull’unghia.
Al naso, inconfondibile frutta rossa in risalto, dalla fragola al lampone, ma quasi immediatamente dopo emerge la parte floreale con un caratteristico sentore di viola; roteato nel bicchiere e lasciato ulteriormente ossigenare, sprigiona sensazioni di terra bagnata, di humus, di leggere note funginee e sul finale una spiccata balsamicità decisamente in evidenza,
In bocca entra con una vigorosa sensualità che ammalia e seduce, è carnoso e croccante allo stesso tempo; avvolgente, caldo, ma soprattutto è dotato di eleganza ed estrema raffinatezza al pari di una donna incantevole, ma mai volgare. Acidità e sapidità vanno a braccetto donando una beva goduriosa ed il finale è qualcosa di piacevolmente intrigante con una leggera punta di piccantezza che lascia quasi esterrefatti.
Grande beva di un vin de Village che ha tutti i connotati di un Premier Cru.
Nella speranza e nell’attesa di sentirmi amato come nella stupenda melodia di Aznavour mi crogiolo nel lento assaporare di questo nettare che mi fa pensare solo ed esclusivamente all’Amore.