Sin da piccolo mi sono interessato a quella dottrina segreta, a quella sorta di iniziazione o per meglio dire alla spiegazione del mondo, rivelata in un consenso scelto, isolato dall’esterno e dalla moltitudine e spesso tramandata in forma orale, che va sotto il nome di “esoterismo”. Una delle sue componenti che mi attrae come una sorta di forza magnetica è senza dubbio la “numerologia”.

La numerologia è quella branca esoterica che attribuisce ai numeri, oltre al classico valore matematico, anche un valore qualitativo, mettendoli in relazione con aspetti della natura e degli esseri umani.

Spesso la numerologia va a braccetto con quella che viene definita “divinazione” ovvero la capacità di ottenere informazioni (la verità) ritenute inaccessibili, da fonti soprannaturali e che spesso può basarsi sull’interpretazione di segni, simboli e soprattutto numeri. Numerologia e divinazione erano pratiche antiche perpetrate tra i seguaci di Pitagora e che oggi sono considerate una sorta di pseudoscienza al pari dell’alchimia nei confronti della chimica.

I numeri e il loro significato esoterico non mentono mai e pertanto analizziamone 3, che apparentemente potrebbero non avere una loro corrispondenza e mi riferisco al 4 al 6 e al 9.

Il numero 4 è considerato dalla simbologia il numero della realtà e della concretezza, della logica e della ragione. Il 4 come manifestazione di ciò che è concreto ha la sua espressione nel quadrato; è il numero della materia e dei 4 elementi della terra: fuoco-acqua-terra-aria;

Il numero 6 nell’antichità era consacrato a Venere ed è considerato simbolo della bellezzae della perfezione. Negli antichi Misteri era importante perché offriva le Sei dimensioni di tutti i corpi più quelle di altezza e profondità, ovvero i quattro punti cardinali sommati allo Zenit e al Nadir (Lo zenit, detto anche zenith, è un punto immaginario della sfera celeste che si trova esattamente sopra la testa dell'osservatoreNadir è Il punto del cielo opposto allo zenit)

Il numero 9 è composto da tre volte il numero 3 (la perfezione al quadrato), con l’aggiunta di un quarto tre genera il Dodici, simbolo della Perfezione assoluta.

Il 9 serve da dissolvente per tutti i numeri, senza che mai si associ a qualcuno, né per somma né per moltiplicazione ed è  l’ultimo numero delle cifre essenziali che rappresentano il cammino evolutivo dell’uomo. È dunque il simbolodella realizzazione.

Numerologia

Nel mio costante e infinito cammino enologico, mi sono imbattuto in un vino che ha nella concretezza, nella sua bellezza al limite della perfezione e nella sua ammirevole realizzazione, quelle caratteristiche che lo rendono memorabile e degno di nota. 

Mi riferisco al Sancerre “Monoparcelle 469” annata 2018 del Domaine Claude Riffault, 

di 13,0°vol, che nasce da un piccolo vigneto con numero catastale 469 di 0,35 ettari, impiantato con viti di oltre 50 anni che poggiano su marne Kidmeriggiandi mezzo metro, risalenti al periodo Jurassico superiore e che sono poste in un luogo estremo, dove in inverno le temperature sono sempre più basse che negli appezzamenti circostanti e viceversa, in estate, ottengono la piena carica di energia solare grazie all’orientamento sud-est del terreno e quindi il vino che si ottiene è complesso e lussureggiante allo stesso tempo. Stephane Riffault, alla guida del Domaine, lo fa maturare in grandi botti di legno per 15 mesi e le fecce fini vengono rimestate per i primi tre mesi.

 Nasce così un grande Sauvignon da agricoltura biologica/biodinamica che vado a degustare con enorme piacere e che stappato un’ora prima di essere servito, tappo sanissimo di 5 cm, si presenta di color giallo paglierino con velature verdoline, limpido e brillante; al naso ha l’immediatezza di nitidi sentori agrumati di scorza di lime ed arancia e di pompelmo, ma subito dopo emerge una piacevole nota floreale di mimosa e gelsomino e sul finale effluvi iodati, quasi salmastri e note gessose.

In bocca entra con una verticalità disarmante, per poi espandersi con impeto nell’intera cavità orale. Ha una nota sapida evidentissima ma ammaliante allo stesso tempo che ricorda il sapore della pelle bagnata appena usciti dal mare e la sua bella struttura elegante e raffinata, dona una beva impagabile ed accattivante su di un finale leggermente amarognolo, ma delicato e di pura classe. Semplicemente sublime!!

A rafforzare la bontà di questo Sauvignon potremmo analizzare numerologicamente l’annata 2018, scorporandola in 20 e 18;

dal punto di vista esoterico il numero 20 è il numero abbinato alle persone dotate di ingegno (Stephane Riffault lo è sicuramente!!).

Il 18 è il numero associato alle persone che sanno dare consigli disinteressati in tutta onestà. Questo numero, inoltre, si abbina alle associazioni i cui intenti si basano su sani principi ma anche ai sogni nei quali ci viene fatto dono di consigli saggi.

Secondo la dottrina esoterica e numerologica, mi sono imbattuto in un vino che potrei definire “predestinato” e siccome penso che il fato governa ogni cosa, mi lascio dolcemente abbandonare al mio destino enologico e continuo, indomito, a degustare………