Pubblicata nel 1967 ed inserita nell’album “Magical Mistery tour”, Strawberry Fields Forever è considerata una delle canzoni più belle dei 4 ragazzi di Liverpool, che cambiarono il corso della musica nel secolo scorso.

Scritta da Lennon, prende spunto dal nome di un orfanotrofio situato a Liverpool, nei pressi dell’abitazione in cui viveva John, quando si trasferì, con la zia Mimi, da Penny Lane a Menlove Avenue. Il brano, fu il primo a non raggiungere la vetta delle classifiche, non perché non vendette, anzi, ma fu meno reclamizzato a livello di marketing del lato B del 45 giri uscito sul mercato, ovvero la famosa Penny Lane.

Strawberry Fields Forever, incarna il tema della nostalgia del periodo d’infanzia di Lennon, dove il pomeriggio, era solito recarsi a giocare con gli amici fidati nel parco inserito all’interno dell’orfanotrofio.

Pur essendo un luogo reale e conoscendo un poco le dinamiche dello stato d’animo e la sensibilità di Lennon, Strawberry Fields potrebbe essere definito come un luogo in cui l’anima trova la sua vera collocazione, risultando alla lunga un luogo magico, legato ad un tempo, perso nella memoria, ma sempre vigile e sicuramente denso di significati.

Risultati immagini per STRAWBERRY FIELDS FOREVERImmagine del video Strawberry Fields Forever

Gli effetti psichedelici disseminati musicalmente all’interno della canzone, lo rendono anche un po’ misterioso ed accessibile solo a pochi iniziati. Un luogo in cui stare bene, lontano da qualsiasi problema o preoccupazione, un porto sicuro in cui gettare l’ancora e fermarsi.

Il fatto che il luogo era chiamato “campi di fragola”, faceva supporre che ci fossero immense distese di questo frutto e posso immaginare l’intensità della fragranza e vorrei pensare che qui, crescesse spontanea una delle varietà più particolari, molto profumata ma soprattutto aromatica. 

Sono attratto dalle sostanze aromatiche, forse perché mentre un odore è percepito direttamente dal naso, l’aroma si avverte per via retronasale con mediazione della bocca.

L’aroma ha la capacità unica di sensibilizzare più sensi.

Avevo da poco ascoltato il vecchio successo dei Beatles su “Virgin Radio 104,5 fm” (la mia radio del cuore) e mentre scendevo in cantina, ancora riecheggiavano nelle mie orecchie le prime parole della canzone: “Let me take you down ‘cause i’m going to strawberry fields…” (Lascia che ti accompagni, perché sto andando ai campi di fragola….), quando i miei occhi si sono posati su una bottiglia di Gewurztraminer Nussbaumer annata 2014 di 14,0°vol. della Cantina Tramin. Il cervello è sempre ricettivo e al momento opportuno sa proporti collegamenti insperati.

Il Gewurztraminer è il vino aromatico per eccellenza, il cui vitigno è storicamente originario di Tramin (odierna Termeno) in Alto-Adige, anche se esistono varietà simili in Alsazia e nell’enclave renano.

Gli storici propendono per il fatto che furono i legionari romani ad esportarlo in Francia, anche se i cugini transalpini sostengono che il traminer aromatico sia un clone dell’autoctono Savagnin Blanc, sconfessandoci ed alimentando l’atavica rivalità in campo enologico. Poco male.

La Cantina Tramin, affonda le proprie radici a fine ottocento, quando il Parroco del paese, tale Christian Schrott, diede vita ad una cooperativa di conferitori d’uva che oggi risulta un vero fenomeno enologico e prestigioso punto di riferimento vinicolo alto-atesino. 

Vi consiglio di visitare la cantina che, architettonicamente, è avveniristica, ma completamente integrata a livello naturale col paesaggio circostante.

Ma veniamo alla degustazione.

Innanzitutto è d’obbligo precisare che il vigneto da cui proviene questo Gewurz si trova sopra Termeno nei pressi del Maso Nussbaumer, attivo da oltre 700 anni, ad una altitudine che va dai 350 a 550 metri s.l.m., su terreno argillo-calcare con sottofondo di roccia di porfido.

Versato nell’ampio balloon, si presenta di color oro brillante. Al naso emergono immediatamente note floreali di glicine, giglio, rosa canina e violetta di campo, intervallate da altrettante appassionanti sensazioni di frutta tropicale, mango, ananas, litchi e sul finale da un impercettibile tocco speziato di chiodi di garofano.

Lasciato ossigenare e portato alla bocca, entra in modo carezzevole, spiccatamente aromatico è sorretto da una tagliente acidità, accompagnata da una mineralità che a tratti lascia spazio ad un tocco di gentile sapidità. Straordinaria la contrapposizione dolce/amaro tra l’olfatto ed il gusto; di primo impatto c’è il ritorno della frutta con la sua dolcezza che sfuma immediatamente, sorpresa da un retrogusto ammandorlato molto particolare. Persistente al palato, è dotato di una particolare finezza in un caleidoscopio di sensazione gustative in continua evoluzione.

Accompagnato a del salmone norvegese, ha contrastato la grassezza del pesce pulendone la bocca, pronta per un nuovo boccone.


Il bel tappo del Gewurztraminer

Per un istante, la mente mi ha portato a vivere una scena bucolica, nei sobborghi di Liverpool, in mezzo al verde, seduto sotto un albero secolare, bicchiere tra le mani, intento a sorseggiare e ad ammirare una enorme distesa di fragole, intriso di una pace interiore che neanche il tempo potrà mai cancellare.